Gen 20 2021

Fartaies, rustiche golose frittelle

Un dolce che appartiene alla tradizione della cucina povera di montagna, ma che nella sua semplicità regala l’emozione di una fragranza e di un gusto sfizioso che non si dimentica facilmente. Ma è un dolce squisito solo se fatto come si deve.

Come molti piatti della tradizione, la sua preparazione è un’arte che si tramanda in famiglia ed ognuna ha la sua ricetta.

A Cortina d’Ampezzo uno specialista delle Fartaies è Marco Verzi del Rifugio Capanna Tondi e siamo riusciti a farci svelare la ricetta per provare a farle anche noi a casa.

Fartaies

INGREDIENTI

  • 10 uova
  • 1 kg di farina
  • 1 litro di latte
  • un bicchierino di grappa bianca
  • un pizzico di sale

Con la ricetta divisa x 10 si ottengono due fartaies medio grandi, quindi: un uovo, 100 g di farina, 1 decilitro di latte, un cucchiaino di grappa e poco sale.

PROCEDIMENTO

Si prepara la pastella sbattendo le uova con la farina e il sale. Si aggiunge il latte continuando a sbattere senza formare grumi e infine la grappa

Si lascia riposare per circa un oretta.

Portare ad una temperatura di 165-170 gradi circa 1/1,5 litri di olio di semi. Se non si ha a disposizione un termometro da cucina, si mette una goccia di impasto nell’olio che deve subito salire in superficie friggendo.

Si fa colare la pastella nell’olio con l’aiuto di un imbuto formando una spirale partendo dal centro.

Quando si è rappresa e colorata da un lato, con l’aiuto di due forchette la si gira e la si lascia per ancora qualche minuto nell’olio.

Una volta tolta, si dispone su un vassoio con carta assorbente e si fa asciugare.

A questo punto si può servire ancora calda cosparsa con zucchero a velo. Secondo i gusti si accompagna con marmellata di mirtilli rossi o di ribes e panna montata.


Il segreto di una buona riuscita delle fartaies sta nella giusta consistenza della pastella che deve essere fluida ma non troppo.

Gen 17 2021

Una storica Grapoteca ai Tondi di Faloria, a quota 2340m

Grapoteca FraVer

E’ dagli anni settanta che al Rifugio Capanna Tondi, sul Monte Faloria, si trova la più vasta ed assortita Grappoteca delle Dolomiti Bellunesi. Fu ideata più di 40 anni fa da Franco Verzi che le diede il nome di “Grapoteca FraVer”, e ancora oggi viene portata avanti dalla moglie Rosy e dal figlio Marco con le stesse ricette segrete, come dei veri alchimisti.

Si tratta di grappe aromatizzate in casa con varie essenze partendo sempre da prodotti di qualità. I gusti vanno dai classici alla frutta ai più moderni frutti esotici, dalle erbe di montagna agli abbinamenti particolari come genziana e liquirizia, cannella zenzero e menta, radicchio di Treviso menta e anice.

Secondo un metodo ancestrale, l’estrazione degli aromi avviene mediante macerazione diretta a freddo in vasi di vetro esposti al sole. Le grappe messe a macerare in estate saranno pronte per essere gustate al bancone del Rifugio durante la stagione invernale.

Quella della grappa aromatizzata è un’arte molto antica. Si dice che risalga proprio all’epoca degli alchimisti che usavano associare le erbe medicinali all’alcool per potenziarne l’effetto terapeutico.

Ai nostri giorni un buon bicchierino di grappa, persa la finalità curativa, è considerato una bevanda di conforto da apprezzare non solo per riscaldarsi nelle giornate fredde, ma anche a fine pasto come digestivo, e come corroborante al rientro da una gita in montagna o dallo sci.

La famiglia Verzi, attiva sul territorio ampezzano fin dall’inizio del Novecento, sarà felice di accogliervi sulla magnifica terrazza del loro Rifugio per farvi assaggiare una dello loro ottime grappe, mentre potrete godervi il sole d’alta quota e l’incantevole panorama sulle cime più belle delle Dolomiti.

Attenzione a non esagerare però! Anche se avrete modo di smaltire l’alcool prima di mettervi alla guida (fondamentale!), limitatevi a un bicchierino, massimo due… 😉

COME ARRIVARE

Il Rifugio Capanna Tondi è raggiungibile dalla stazione di arrivo della Funivia Faloria, con partenza dal centro di Cortina d’Ampezzo, a piedi con una piacevole passeggiata di mezz’ora circa, oppure tramite servizio Jeep.

Tel. 0436 5775

info@rifugiocapannatondi.it

Gen 06 2021

Tanti modi per fare i Canederli con le ricette ampezzane

I Canederli, o Knödel

si sa… in fondo altro non sono che polpette o gnocchi di pane. Un piatto semplicissimo che ha le sue origini nell’area del Danubio e da sempre presente nelle cucine ampezzane, tanto da diventare uno di quelli che oggi sono considerati i piatti tipici della nostra tradizione.

Una ricetta povera ma talmente nota che, facendo una ricerca su Google, si trovano più di 600.000 risultati con tantissime ricette. Sarà forse dovuto al fatto che, con un po’ di pane e uova, se ne possono preparare davvero di tutti i tipi?

Tra le ricette antiche ne troviamo di pane bianco o scuro, asciutti o in brodo, di “grasso” (con salumi) o di “magro” (con formaggio), di fegato o di sangue e anche dolci con prugne o albicocche.

A questi si aggiungono sapori più moderni, come le rape rosse e crema al rafano al Brite de Larieto ad esempio. I nostri Chef non possono fare a meno di includerli nei loro menù, perchè i canederli piacciono a tutti. Sarà che un boccone di queste soffici palle di pane, da “pucciare” in un intingolo di burro fuso o formaggio, un sugo di carne o un brodo, ci riporta con la memoria a quando eravamo piccoli e così ci coccola, come ogni buon comfort food ha il dovere di fare.

Una ricetta da riscoprire, anche nell’intento di adottare una cucina del riciclo che per motivi etici oggi torna ad essere d’attualità, con la lotta allo spreco alimentare.

La tradizione gastronomica ampezzana si lega al ricordo di una donna che, con il suo amore per la cucina e l’ospitalità, ha contribuito a far conoscere ed apprezzare i nostri piatti poveri e semplici anche a chi era abituato a gusti più raffinati e ricchi. La Signora Rachele Padovan (1916-1999).

Rachele era una cuoca bravissima che, dopo aver lavorato per anni la terra, ha iniziato ad ospitare alla sua tavola i personaggi più in vista del mondo intellettuale e artistico che frequentavano Cortina e che erano affascinati sia dai sapori dei suoi piatti che dalla sua capacità di ricevere e intrattenere gli ospiti di ogni livello culturale.

Le ricette che proponiamo qui sono sue, tratte dal libro La cucina ampezzana di Rachele Padovan”, che vale la pena avere in casa e che può essere acquistato anche su Amazon.


Knödel di lardo
Canederli “di grasso”

Ingredienti per 6 persone

  • 600 gr di pane raffermo
  • speck q.b.
  • insaccati vari  (no salame)
  • salsiccia
  • Farina q.b.
  • 4 uova
  • prezzemolo
  • erba cipollina

Tagliare il pane a dadini piccoli, unirvi i salumi tagliati a dadini il più possibile piccoli, il prezzemolo e l’erba cipollina tritati finemente.

Mescolare, unire la farina, le uova, sbattere bene e aggiungere il latte quanto basta per fare un impasto morbido, non molle.

Mescolare bene e, con le mani bagnate, farne delle piccole palle; gettarle nell’acqua bollente salata, non nel brodo, che si intorpidirebbe. Cuocere 20 minuti.

Si mangiano anche con il goulash o, come anticamente, con cren, crauti, insalata. Una volta si consumavano con l’acqua di cottura


Knödel al fomaggio
Canederli “di magro”

Ingredienti per 6 persone

  • 700 gr di pane raffermo
  • 2 cipolle
  • burro
  • Formaggi vari 300 gr
  • Farina q.b.
  • 5 uova
  • panna
  • erba cipollina

Tagliare a dadini piccoli il pane e tostarlo nel burro. Versarlo in una ciotola.

Soffriggere la cipolla tagliata finemente nel burro, facendola appassire bene, senza bruciarla, e aggiungerla al pane.

Tagliare i formaggi a dadini (servono bene anche gli avanzi di formaggio duro che ci sono in ogni casa), al pane, aggiungere anche una manciatina di grana grattugiato, l’erba cipollina, la panna. Mescolare bene.

Nel mezzo del composto fare un buco, spezzarvi le uova, aggiungere latte quanto basta, mescolare bene. L’impasto deve essere morbido, non molle.

Con le mani bagnate fare delle piccole palle; farle cuocere nell’acqua salata per 20 minuti, quindi passare nel brodo oppure scolare e condirle con burro fuso.


Canederli di spinaci

Ingredienti per 6 persone

  • 700 gr di pane raffermo
  • spinaci di campo o spinaci coltivati
  • 3 buone manciate di formaggio
  • Formaggi vari 300 gr
  • Farina q.b.
  • 4 uova
  • latte
  • burro
  • erba cipollina
  • formaggio grana

Tritare finemente gli spinaci, dopo averli ben lavati. Farli insaporire con burro, erba cipollina e sale. Fare raffreddare.

Tagliare il pane a gradini, versarlo in una una capace terrina, aggiungere un po’ di formaggio tagliato a dadini, gli spinaci raffreddati, farina quanto basta, le uova e latte tanto da farne un impasto morbido ma non molle.

Mescolare bene gli ingredienti a farne delle palle. Gettarle nell’acqua bollente salata e cuocere 20 minuti.

Scolare con il mestolo forato, adagiare canederli in un piatto largo da portata, ricoprire di formaggio grana grattugiata e versare il burro fuso leggermente bruno.


Knödel di prugne

Può essere sia un dolce che un primo. Una volta si mangiava per cena con il caffelatte.

Ingredienti per 6 persone

  • 200 gr di patate
  • Prugne secche ammollate, o albicocche
  • Farina q.b.
  • Zucchero
  • burro
  • Pangrattato

Cuocere le patate, togliere la buccia e passare allo schiacciapatate. Aggiungere la farina quanto basta e procedere come con gli gnocchi di patate.

Fare con la pasta dei cilindri, tagliarli, sagomarli a palla e, nel mezzo, infilare una prugna privata del nocciolo (o un’albicocca) e un po’ di zucchero. Ricomporre bene la palla.

A operazione finita gettarle tutte nell’acqua bollente salata.

Preparare intanto in una larga padella burro, zucchero e pangrattato, mettere sul fuoco, facendo attenzione che composto si unisca bene, senza che lo zucchero si caramelli.

Man mano che i canederli vengono a galla (ci vorrà un po’ più di tempo che per gli gnocchi), scolarli con il mestolo forato e farli rotolare nel composto.

Passare in un piatto da portata e servire caldi.

Gen 05 2021

Minestrone con il Fagiolo Gialet

Il pregiato fagiolo gialét.

Una delle migliori varietà di fagiolo proviene dalla Val Belluna

Purtroppo però il Gialet è una varietà a rischio perchè viene coltivato ormai da pochi agricoltori, esclusivamente nella Val Belluna. Per questo motivo è stato inserito nella “Rete Regionale della Biodiversità” da parte dell’Istituto Agrario di Feltre ed è un presidio Slow Food.

Di colorazione giallo-verde intenso, con buccia molto sottile e lucida, il gialét è un ecotipo locale di fagiolo rampicante. Unico per raffinatezza e versatilità in cucina, è apprezzato da molti chef, che lo considerano come una delle eccellenze italiane.

Ricco di proteine, altamente digeribile, non provoca meteorismo.

fagiolo giàlet

Per la stagione fredda, ecco una ricetta squisita e sana

Minestrone di orzo e fagioli gialèt.

Ricetta per 4 persone

INGREDIENTI

  • Verdure: 300g di patate, 100g di sedano, 200g di carote, 100g di cipolla, 1 spicchio di aglio
  • 400g Fagioli “gialet” freschi (o secchi precedentemente ammollati per 12 ore in acqua)
  • 150g di orzo perlato
  • Olio extra vergine di oliva
  • Sale e pepe q.b.
  • 1 foglia di alloro

PREPARAZIONE

  • Pulire le verdure, tagliarle a pezzettoni e metterle in una pentola con dell’acqua.
  • Aggiungere i fagioli e l’orzo sciacquato in acqua fredda
  • Aggiungere un po’ di olio extravergine d’oliva, sale, pepe, e l’alloro.
  • Portare ad ebollizione e lasciare bollire lentamente fino a cottura (circa 45 minuti).
  • Togliere con una schiumarola i pezzi di verdura, esclusi fagioli e orzo, e passarli al passaverdure
  • Rimetteterli nella pentola e  servire la minestra ben calda con un filo di olio extravergine di oliva a crudo.

 

Gen 03 2021

A Cortina c’è un nuovo gusto a tavola: il fusion!

La cucina di montagna si fonde con gli ingredienti giapponesi

La cucina giapponese, e in particolare il sushi, è una moda che imperversa in Italia da un po’ di tempo a questa parte. Del resto forse non tutti sanno che negli anni ’90 la cucina italiana era molto di tendenza in Giappone.

Ecco quindi che la fusione tra le due tradizioni culinarie nasce quasi spontanea, sarà forse perchè entrambe si fondano sulla semplicità delle ricette e sull’esaltazione di materie prime di qualità.

A Cortina d’Ampezzo Vincenzo e Valentino, due giovani vicini alla cultura Giapponese per lavoro e per passione, hanno aperto il loro ristorante con una nuova proposta che combina sapientemente gli elementi della tradizionale cucina di montagna con ingredienti, sapori e tecniche di cottura provenienti dal lontano Oriente.

Ed ecco che in menù troviamo, oltre a sushi e sashimi degli “Gnocchi di polenta con gamberi e lime, crema di zucca e stracciatella di bufala affumicata”, il “Risotto al pesto di rucola, sashimi di capesante e aria di wasabi“,  il lombo di cervo e il manzo di Kobe.

VEDI IL MENU’ COMPLETO

 

I prodotti sono prevalentemente biologici e provenienti direttamente dal Giappone.

Ma quello del giapponese non è l’unico trend del ristorante, perchè la carta propone anche deliziosi piatti vegani. Inoltre, chi è attento alla salute a tavola, sarà felice di sapere che il Menù è stato creato con la collaborazione della Dott.ssa Patrizia De Pol, biologo nutrizionista per far sì che tutti gli ingredienti siano bilanciati a livello nutrizionale.

Noi, poco abituati alla cucina vegana, e troppo curiosi…, abbiamo assaggiato una gustosissima “Lasagnetta di riso nero, funghi shiitake e sedano rapa” e come dessert “La Non Meringa”, fatta con l’acqua di cottura dei ceci (e ci è piaciuta più della meringa con l’albume) servita con mousse al frutto della passione e gelato al latte di mandorla… siamo rimasti sorpresi dalla bontà di questi piatti!

Prezzo medio per antipasto, portata principale e dessert, bevande escluse: 30 Euro

Maggiori informazioni e come arrivare

E’ consigliata la prenotazione

Tel. 334 3168097

Gen 02 2021

La tartare di Cervo di Massimo Alberti

Massimo Alberti “Nito”, Chef e titolare del Ristorante Lago Pianozes, ci ha fatto entrare nella sua cucina per assistere alla preparazione della

Tartare di Cervo

“Questa è una ricetta che ormai porto con me dai tempi del mio primo ristorante a Cortina d’Ampezzo e quindi dal 1999.”

Il segreto della ricetta? La materia prima!

“Io uso esclusivamente lo scamone di cervo proveniente da animali cacciati e puliti sul posto in modo che la carne non assorba i liquidi delle interiora.”

Massimo ci confida che usando lo scamone si velocizza la fase di pulitura dei nervi, in quanto sono quasi inesistenti. Basta dunque tagliare delle fettine di polpa dello spessore di mezzo centimetro e batterle a coltello fino ad ottenere dei piccoli dadini.

A questo punto si passa alla fase di condimento. Molto semplicemente: sale, pepe, erba cipollina, due gocce di limone, una di tabasco e alla fine olio extra vergine d’oliva.

“Io la servo con un waffel al cumino, che si può sostituire con delle fette di puccia tostate, sali aromatici alla salvia, rosmarino e mirtillo nero. Completo il piatto con un fresco sorbetto alla senape delicata e mezza pallina di gelato ai lamponi”.

Se volete provare a prepararla, questa ricetta è semplice e veloce ma allo stesso tempo vi lascerà in bocca mille sapori delicati e profumati.

E… Buon appetito!

La versione originale la potete sempre trovare nel menù del Ristorante Lago Pianozes a Cortina d’Ampezzo.

Per prenotazioni:

Tel. 0436 5601

Dic 28 2020

Ricetta d’autore “Baccalà nell’Habitat Dolomitico”

Il baccalà è una delle specialità della cucina dello Chef Luigi Dariz del Ristorante Da Aurelio al Passo Giau, tanto da essere riuscito a trasmettere la passione per questo ingrediente anche ad uno dei suoi giovani cuochi. John Mark Nanit Catamco, infatti, è stato nominato Giovane Ambasciatore dello Stoccafisso Norvegese in Italia.

Lo stesso Luigi partecipa al Festival Triveneto del Baccalà e la ricetta d’autore che proponiamo è propio uno dei piatti da lui presentati a questo famoso concorso.

“Trancio di baccala nell’habitat dolomitico”

Ingredienti e procedimento

Per la purea di patate :

  • 500 g di patate farinose pelate e lesse
  • 80 gr di burro
  • 250 ml di latte
  • 2 foglie di sedano selvatico fresco
  • sale

Preparare un normale purè di patate aggiungendo alla fine le foglie di sedano tritate finemente

Per l’olio di sedano selvatico :

  • 500 ml di olio extravergine
  • 8 foglie di sedano selvatico

Frullare a velocità forte l’olio extravergine insieme alle foglie di sedano. Filtrare e lasciare depositare per 12 ore.

Per il fieno tostato :

  • 200 g di fieno d ‘alpeggio

Tostare il fieno nel forno a 200 C° per 20 minuti e sminuzzarlo nel mixer. Poi passarlo diverse volte al setaccio fino a che diventi una polvere fina.

Per il lichene

  • 200 g di lichene ( cetraria islandica)
  • 150 g di olio di semi di arachide

Mondare il lichene in acqua fredda e dopo averlo ben asciugato friggerlo nell’ olio di arachide a 175 C° per un paio di minuti.

Per la polvere di porcini :

  • 50 g di porcini secchi

Sminuzzare i porcini secchi nel mixer fino a che diventino polvere finissima.

Per i ciccioli:

  • 500 gr di pancettone di maiale tritato grosso

In una padella antiaderente a temperatura piuttosto bassa, senza superare i 130 °C, sciogliere il pancettone tritato precedentemente e a questo punto quando i ciccioli sono diventati croccanti asciugarli con della carta da cucina.

Per il Baccalà:

  • 4 tranci da 120 g di baccalà
  • 300 ml di olio extravergine di oliva
  • pepe in grani

Cuocere il baccalà in busta da cottura insieme all’olio di oliva per 30 minuti a 48 C° con il pepe in grani.

Preparazione

Cospargere il baccalà di ciccioli, di polvere di fieno, di polvere porcini più le 3 gocce di olio essenziale e impiattare cominciando col mettere il purè di patate poi il trancio di baccalà il lichene e infine l’olio di sedano precedentemente intiepidito.

Decorare con fiori freschi di montagna.

 

Dic 18 2020

Natale a Cortina d’Ampezzo

“È la vigilia di Natale. Se è passato il tempo in cui accadevano miracoli, ci è rimasto almeno un giorno magico in cui tutto può succedere.” (Jostein Gaarder)

E’ proprio così… Natale è la festa da vivere nell’armonia della famiglia, ma anche un momento di spensieratezza da condividere. E noi vogliamo darvi qualche idea per trascorrere un Felice Natale a Cortina d’Ampezzo.

Ricordiamo che per l’accesso ai locali al chiuso e per la partecipazione agli eventi è richiesto il Green Pass e vengono rispettate tutte le misure anti Covid-19, secondo il DPCM in vigore.

Natale al Ristorante

Al Ristorante tutti si possono rilassare e pensare solo a condividere il piacere della festa, lasciandosi servire ottimi menù natalizi immersi nella calda atmosfera di una baita di montagna, oppure nel glamour scintillante del centro.

Qualche proposta? Scegli tra i nostri Ristoranti, ne troverai per tutti i gusti.




In alta quota

Giovedì 23 dicembre 2021

Concerto di Natale e Cena di Gala al Rifugio Faloria


Idee regalo

Dolcezze

Alla Pasticceria Alverà puoi trovare panettoni artigianali leggeri e gustosi, dai classici ai gusti un po’ più particolari, come pere e cioccolato. E a proposito di cioccolato… tra le proposte più golose ci sono gli alberelli natalizi, belli da vedere e buoni da mangiare.


Prelibatezze

Al Piccolo Brite, la boutique del formaggio di Cortina, tante idee golose da regalare o da portare a tavola il giorno di Natale. Non solo gli speciali formaggi e salumi di produzione propria, ma anche una selezione di specialità gastronomiche per essere sicuri di portarsi a casa o regalare una vera chicca.

Un regalo nel regalo le raffinate confezioni “griffate” che possono rendere davvero speciale anche un piccolo pensierino.


Curiosità

La Vigilia di Natale a Cortina… Memorie dal passato

Cortina d’Ampezzo è una località di montagna con una tradizione antica e una cucina povera. Per le usanze delle feste natalizie abbiamo testimonianze che risalgono alla fine del 1800.

Vuoi sapere cosa portavano a tavola gli ampezzani di un tempo? Ma solo per curiosità, non certo per copiare le ricette. Perchè? Continua a leggere e lo capirai 😉

Per la sera della vigilia di Natale si dice che fosse d’obbligo mangiare lumache, semplicemente tolte dal guscio e intinte nel sale, ma non mancava il baccalà lessato e condito con olio e abbondante aglio. Già, perchè anche a quei tempi arrivavano fin qui i mercanti di pesce con l’anguilla marinata, l’aringa e, appunto, lo stoccafisso.

Il piatto forte era un composto di interiora d’agnello o capretto soffritte nel burro, condite con uva sultanina, chiodi di garofano e poi cotte al forno.

A pranzo come primo piatti si usava preparare le Lesagnetes, delle tagliatelle fatte in casa e condite con l’immancabile burro fuso, ricotta affumicata grattugiata e semi di papavero.

Con il dolce andiamo un po’ meglio… si preparava infatti lo Zelten, a base di frutta secca, che troviamo ancora oggi in panificio oppure preparato in casa secondo le ricette di famiglia.

Dic 01 2020

Cortina Fashion Weekend diventa Week

Il Fashion Weekend diventa Fashion Week

Dal 4 al 12 dicembre 2021

L’evento che dà inizio alla stagione invernale di Cortina d’Ampezzo, dopo l’edizione solo online del 2020, quest’anno durerà un’intera settimana tra cene gourmet, aperitivi, inaugurazioni e vetrine scintillanti.

Tutti i Ristoranti saranno aperti e rispetteranno rigorosamente le regole delle vigenti normative anti Covid-19. Conviene prenotare in anticipo altrimenti si corre il rischio di non trovare tavoli liberi.

Non mancheranno gli appuntamenti in alta quota, nelle ski aree Lagazuoi-Cinque Torri, Faloria-Mietres-Cristallo, Tofana.

Cortina, la Regina della moda, inaugura quest’anno una partnership con la creatività: saranno i giovani talenti internazionali di IED Milano a vestire di sartoria sperimentale e creativa della settimana della moda della conca.

VEDI IL PROGRAMMA

www.cortinafashionweekend.com

ATTENZIONE

Sabato 04 mercoledì 08 e sabato 11 dicembre 2021 

Dalle ore 18:00 alle ore 20:00 in Via Cesare Battisti è istituito il divieto di transito a tutti i veicoli.

Nov 18 2020

Biscotti Natalizi

Che Natale è se non si fanno i biscotti in casa? Sì perchè quando si preparano i biscotti natalizi è subito aria di festa tra stampini a forma di alberelli, renne, stelle e gli aromi di spezie che profumano la casa.

E per questo Natale abbiamo scelto una ricetta tratta dal food blog One Cake in a Million della nostra amica Monica Giustina, che è anche autrice del bellissimo libro “Cucina Slow – Ricette di Montagna”.

Credito fotografico © Monica Giustina

Biscotti di Natale

Farina di segale, farina di mandorle, zucchero, uova, cannella, chiodi di garofano, noce moscata, scorza di limone, miele sono gli ingredienti di questi biscotti che si preparano in soli 15 minuti.

Semplici, leggeri perchè senza grassi aggiunti, e profumatissimi. Da sgranocchiare subito o da appendere all’albero di Natale.

Un’idea regalo per Natale?

Fai un regalo speciale con il libro di Monica Giustina “Cucina Slow – Ricette di Montagna”.

Un bellissimo libro ricco di ricette originali e immagini da favola dei nostri paesaggi di montagna tra Cortina d’Ampezzo e il Cadore.